Vi racconto questa aggiudicazione poiché è stata una delle più redditizie e nella quale credevo solamente io.
Una funzionaria di Banca, ove ho il mio conto corrente, un giorno mi dice che vuole investire un piccolo capitale che ha a disposizione.
Facciamo una breve consulenza ed inizio a mandarle qualche link di immobili a cui potremmo partecipare. Qualcuno riusciamo anche ad andarlo a visitare.
Partecipiamo a 4 aste ma senza fortuna. Quando partecipi ad un’asta per fare un investimento e ti ritrovi a gareggiare contro utilizzatori finali, è quasi sempre una sconfitta.
Le mando il link di un immobile e le spiego che avevo destinato quest’ultimo ad un altro cliente ma, dato che questo non ha seguito il mio consiglio, non se n’è più fatto nulla.
Il giorno seguente scadeva il termine per il deposito dell’offerta con relativa cauzione. Laura mi dice di passare in banca per parlarne.
Arrivo. Parliamo un attimo e poi mi chiede, con aria un po’ confusa, se per me valesse davvero la pena acquistare un immobile trilocale situato al 4 piano senza ascensore in uno stabile non proprio ben tenuto, nella estrema periferia Roma, precisamente a Torre Angela. La Parioli di Roma Est, come la chiamo io. Che poi è la zona in cui sono nato e cresciuto.
Diciamo che descritto così l’immobile non sembra proprio un granché..ma lei vuole investire su quell’immobile, non vuole andare ad abitarci.
Quindi le spiego brevemente che l’unica cosa importante è il prezzo; se compriamo un trilocale a poco, sicuramente lo rivenderemo velocemente.
Si rasserena e iniziamo ad analizzare l’avviso di vendita, valutando anche il fatto che dentro vi sia una famiglia straniera, occupante senza titolo, che a sua volta ha subaffittato 2 stanze.
Dalle foto è palese che l’immobile non sia in buone condizioni ma è anche vero che a Roma al di sotto dei 30.000 € puoi trovare solo box auto.
Compiliamo l’offerta, la faccio firmare e prendo l’assegno circolare di 2.880 € il 10% dell’offerta minima che è di 28.800 €.
Ci diamo appuntamento il giorno della vendita all’orario stabilito presso la sede dell’ ANVI di Roma.
Mi accorgo che il notaio Delegato alla Vendita quel giorno ha 3 procedure e quindi aprirà le buste nello stesso orario, come prassi.
Ci comunicano che le offerte pervenute sono 23, e danno il via al rito dell’apertura.
Man mano che le buste vengono aperte mi accorgo che vengono spartite per le altre due procedure ed arrivati a metà apertura confermo alla cliente che, oltre la nostra, per quel bene nessuno ha depositato. Mancavano ancora 10 buste però dobbiamo attendere.
La invito ad andare a prendere un caffè perché tanto la sua presenza in aula per il momento non era fondamentale.
Via via che il notaio comunica per quale procedura concorre quella offerta, mi accorgo che le speranze aumentano.
Detto tra noi, non avevamo grossi margini di rilancio. Anche perché il rilancio minimo era di 5.000 €.
Il notaio si accinge ad aprire l’ultima busta rimasta. L’ansia sale come non mai.
Siamo ad un passo dallo scoprire per quale procedura concorre quella busta. ta per annunciare il numero della procedura per cui concorre quell’ultima busta.
Ed ecco che improvvisamente l’ansia svanisce. Siamo soli.
La nostra procedura verrà celebrata per ultima quindi abbiamo molto tempo per conversare.
Laura, la mia Cliente, inizia a fare dei ragionamenti che già sanno di disfatta.
“Se 22 persone hanno offerto per altre procedure e non per la nostra sicuramente non era così conveniente”
“E se non riuscissimo a liberare l’immobile velocemente?”
“…al 4 piano, senza ascensore, in una zona di estrema periferia… non troveremo mai nessuno disposto a comprarlo”
Io continuo a cercare di farle capire che a quel prezzo non si troverebbe nulla in quella zona e che sono certo che in breve tempo riusciamo a rivenderlo con un cospicuo guadagno.
Laura sentendo le mie parole si tranquillizza, e poi le faccio un esempio.
“Facciamo conto che mi sono sbagliato e questo immobile non lo rivendi facilmente, ma abbiamo comprato a meno di 30.000 € un trilocale in una zona che si affitta facilmente a 500,00 € mese. 6.000,00 € annue. Se anche con tutte le spese arrivi a 45.000,00 €, Significa comunque vada ogni anno avrai un guadagno del 13%, no?”
Laura sorride e finalmente la vedo davvero tranquilla.
Attendiamo il nostro turno. Ad un certo punto il Notaio convoca Laura nella stanza per leggerle il verbale di aggiudicazione.
Lui non si capacita del fatto che ci fosse solamente un offerta in quanto, essendo stato custode, aveva visto personalmente l’immobile e aveva potuto notare che gli occupanti erano stati molto partecipativi.
Nei giorni a seguire mi occupo di inviare a Laura i conteggi per il saldo prezzo, le relative spese conseguenti l’aggiudicazione e il compenso per il delegato.
Forniamo al notaio tutta la documentazione con le varie istanze e l’aggiornamento delle visure ipotecarie e catastali.
Nel giro di 3 mesi abbiamo il decreto di trasferimento e il custode provvede alla liberazione e a fornirci le chiavi.
Andiamo a vedere l’immobile per capire il da farsi e ci accorgiamo che, oltre che liberare l’immobile dalle cose lasciate dagli occupanti, non ci sono grossissime cose da fare.
Decidiamo quindi di rivenderlo così com’è, senza ristrutturarlo, poiché nella zona il prezzo basso richiamerà molti più clienti rispetto ad un immobile ristrutturato ma ad un prezzo più alto. Logico.
Lo mettiamo in vendita con un prezzo di pubblicità di 75.000 € e in poco meno di 2 mesi, ecco che arriva la prima offerta:60.000 €.
I clienti sono dell’agenzia Mediazionecasa di Zagarolo e Francesca, la collega che li segue, è una persona davvero determinata.
Le dico che la mia cliente si aspetta un’offerta almeno di 70.000 € e lei mi confida che non crede che arrivino a quella cifra.
Il giorno stesso Francesca convoca in ufficio i possibili acquirenti e comunica loro che Laura ha rifiutato la loro offerta e che,se non vogliono rischiare di perdere quel gioiello di appartamento, devo aumentare l’offerta.
Tra me e me penso… ma quando li troviamo altri scalatori disposti ad andare al 4 piano senza ascensore? Doveva accettare quell’offerta… alla fine avrebbe guadagnato una discreta somma.
La mattina seguente mi chiama Francesca e mi dice che i suoi clienti hanno fatto uno sforzo economico e hanno rialzato la proposta a 65.000 €.
Laura questa volta accetta.
Mi faccio mandare la proposta e la mattina seguente passo da lei in banca e mentre facciamo colazione le faccio firmare accettazione della proposta.
Un bel colpo come primo investimento!
