La protagonista di questa nuova case history è Tatiana, una cliente che conosco più o meno un anno fa.
Mi racconta la sua situazione che, devo dire, è un attimo intricata. Ma è proprio questo che renderà il tutto ancora più interessante.
Mi dice che vive in Via di Mezzocammino 113 in un appartamento per cui ha fatto compromesso nel 2007 con un costruttore. Nel momento in cui dovevano rogitare però, il notaio si accorge che su quell’immobile grava un pignoramento, ma rassicura la mia cliente dicendo che è una questione che si può tranquillamente risolvere.
Nel frattempo Tatiana, la mia cliente da al costruttore 49.000€ ed entra nell’immobile.
Passano gli anni e la questione pignoramento rimane in sospeso fino a quando, nel 2020 la casa va in asta.
Proprio nel momento in cui…indovinate un po’? Bloccano tutto per l’emergenza Covid.
L’asta quindi viene rimandata continuamente, di volta in volta, fino a dicembre 2020.
A dicembre però il creditore procedente non paga la pubblicità e quindi viene rimandata nuovamente al 12 aprile 2021.
Sapendo già per filo e per segno lo storico dell’immobile e con i continui slittamenti dell’asta, abbiamo provato più volte a contattare il creditore procedente (Banca Mps) per fare una trattativa, sia in saldo e stralcio, sia con l’acquisto del creditore. Senza però ricevere alcuna risposta.
Decidiamo quindi di partecipare alla gara, pur sapendo che il creditore procedente avrebbe potuto chiedere l’assegnazione del bene in quanto il bene in questione ha un valore di mercato di circa 140/150k € e veniva venduto in prima asta ad un’offerta minima…veramente minima; 67.000 €.
Perché? Vi chiederete. Semplice, perché la CTU è stata redatta palesemente in ribasso.
Parliamo di un immobile di 40 mq con 50 mq di giardino, sito al sud di Roma, in zona Torrino.
Decidiamo strategicamente di partecipare con un’offerta che si aggira al prezzo di base d’asta e non dell’offerta minima che ricordiamo ammontare a 67.000 €. Così facendo, qualora il creditore procedente o qualunque altro creditore avesse chiesto l’assegnazione del bene, l’asta sarebbe comunque dovuta essere celebrata.
Nel momento in cui infatti i creditori chiedono assegnazione del bene e nessuno degli offerenti parte dal prezzo base d’asta, la gara non parte e il bene viene assegnato direttamente ai creditori.
Ci prepariamo quindi all’asta, telematica ovviamente. Firma digitale e pec per Tatiana, compiliamo l’offerta telematica e decidiamo appunto di offrire 90.000 €.
Il giorno dell’asta al momento dell’apertura buste le offerte pervenute sono 28. Due vengono escluse e ci ritroviamo quindi ad avere contro 25 competitor.
La gara inizia alle 11:00 del 12 aprile e finisce alle 13.47 del giorno successivo.
Una gara estenuante e piena di suspance.
Tanti offerenti e altrettanti rilanci. Per la precisione 37.
Ad ogni rilancio la pressione sale e quelle 24 ore sembrano non finire mai.
Ma finalmente, allo scadere del tempo, esattamente alle 13.47 la gara viene chiusa definitivamente a 156.000 €…e indovinate un po’ chi ha aggiudicato? NOI!
Abbiamo raggiunto il prezzo di mercato, è vero, ma per lei che era già dentro il bene è stato comunque un buon acquisto poiché ha evitato la scocciatura di un trasloco e altre problematiche.
Tatiana infatti contentissima e super soddisfatta mi ringrazia per tutto il lavoro svolto affinché potesse rimanere nella sua casa, dopo tanti problemi e preoccupazioni accumulate nel corso degli anni e felice di aver finalmente abbandonato il timore di perdere il suo appartamento in asta.